Io ho due passioni che si fondono nel mio lavoro: il design industriale e la progettazione per l’ospitalità, professionale e domestica, due mondi che amo perché sono l’espressione del profondo bisogno umano di realizzarsi attraverso l’ingegno e l’operosità e di esplorare e condividere le bellezze della vita.
Ma è anche il duro mondo dell’imprenditoria, dove non basta più fare buoni prodotti, ci vogliono idee che fanno la differenza, capaci di toccare le corde sensibili della gente, di capire quello che veramente serve, che non si trova quasi mai in ciò che già esiste. Trovare queste idee è il mio lavoro. Ma anche questo non basta, oggi anche il migliore dei prodotti è niente se non è canalizzato e comunicato bene.
Siamo pronti per confrontarci con questo nuovo, difficile scenario? Io si, e voi?
Massimo Mussapi

...E AMBASCIATORE NELL'HOTELLERIE

Intervista a Massimo Mussapi, ambasciatore per l’Italia nel 2012 e nel 2014 a EQUIP’HOTEL - Salone Francese dell'Ospitalità - Parigi.
Ha già visitato il Salone Equip’Hotel? Quali sono le aspettative della vostra visita?
Sì, sono stato già ambasciatore come architetto all’ultima edizione del 2012, ho visto un salone molto vivo, la Francia è certamente
un punto di riferimento mondiale nel settore dell’ospitalità, mi aspetto una conferma, e probabilmente ancora più vivacità, visto che la situazione economica generale è migliorata e il mondo occidentale ha molta voglia di reagire positivamente.
Qual'è il suo punto di vista riguardo al mercato dell'hotellerie?
Nell’ultimo decennio del secolo scorso molte cose sono cambiate nella progettazione degli alberghi: sono nati i “Design Hotel”, è arrivata anche la moda, e ormai ogni stilista ha il suo hotel . Questo ha portato molta vivacità, ma molto spesso è stata un’operazione di superficie che ha creato nuovi stereotipi che hanno preso il posto di quelli vecchi.
La mobilità a livello globale è aumentata, ma è aumentato anche il costo della vita, e questo porta a un maggiore realismo anche per il settore del’ospitalità. Il cliente vuole più sostanza e meno apparenza, ed è quello di cui ha bisogno anche l’albergatore.
Come pensate di partecipare e di contribuire al Salone?Equip’Hotel 2014?
Due anni fa ho presentato a Equip’Hotel la FLYING ROOM, un concept di camera d’hotel molto ambizioso perchè si propone di essere un modello di ospitalità Made in Italy. Questo progetto ora è una realtà, e come promesso allora, lo presenterò all’edizione del 2014 con una conferenza multimediale. La FLYING ROOM Si basa sul concetto di accessibilità totale, e propone arredi e elementi tecnici progettati o selezionati dal mio studio, che sono concepiti specificamente per l’utilizzo alberghiero e che sono prodotti da importanti aziende partner del progetto.
Qual'è la maggiore motivazione nella sua professione?
E’ banale, ma è l’interesse per la vita reale, che è più straordinaria di qualsiasi invenzione e astrazione intellettuale. Per questo mi sforzo di capire gli altri e le situazioni, ma cerco di ragionare con la mia testa e dare risposte che incidano positivamente sulla realtà.
Come pensa di svolgere al meglio la sua funzione di ambasciatore per Equip’Hotel 2014?
Rappresentare l’Italia proprio nel Paese che ha inventato e diffuso l’ospitalità nel mondo è un onore e una responsabilità, per questo porterò una proposta tutta «Made in Italy » ma con una visione e un obiettivo internazionali, perchè l’ospitalità è internazionale per definizione.
La FLYING ROOM è una proposta corale, che vede la partecipazione di importanti aziende che operano nel contract e che condividono questa visione e questi obiettivi, e che coinvolge diverse realtà, dal settore turistico a quello industriale al mondo della disabilità, .
Che cosa apprezzate di più nel realizzare i vostri progetti d'alberghi?
Il mondo dell’ospitalità mi piace perchè l’albergo, come il ristorante, possono essere un’ottima occasione per entrare in contatto con l’esperienza del viaggio. L’albergo non è solo il posto dove si dorme, come il ristorante non è solo quello dove ci si nutre. Entrambi possono essere il luogo della scoperta e del confronto con culture e stili di vita diversi.
Ma l’hotel è anche una architettura specializzata, cioè con esigenze del tutto diverse da quelle domestiche, e “seriale” cioè con ambienti che si ripetono sempre uguali, che ha bisogno di elementi tecnici e di arredo specifici da produrre su scala industriale,e questo dal punto di vista professionale mi interessa molto.
Se dovesse scegliere, quale sarebbe il suo progetto preferito ?
Sicuramente questo è il progetto che preferisco, perchè rompe degli stereotipi superati e perchè propone un modello di ospitalità che va incontro alle esigenze reali del viaggiatore, dell’albergatore, dell’industria del contract e anche dei progettisti che vogliono operare in questo ambito affascinante.
Quali sono i vostri prossimi progetti di architettura?
Voglio concentrarmi su questo progetto, c’è ancora molto da fare per dargli le gambe per poter andare lontano.