Io ho due passioni che si fondono nel mio lavoro: il design industriale e la progettazione per l’ospitalità, professionale e domestica, due mondi che amo perché sono l’espressione del profondo bisogno umano di realizzarsi attraverso l’ingegno e l’operosità e di esplorare e condividere le bellezze della vita.
Ma è anche il duro mondo dell’imprenditoria, dove non basta più fare buoni prodotti, ci vogliono idee che fanno la differenza, capaci di toccare le corde sensibili della gente, di capire quello che veramente serve, che non si trova quasi mai in ciò che già esiste. Trovare queste idee è il mio lavoro. Ma anche questo non basta, oggi anche il migliore dei prodotti è niente se non è canalizzato e comunicato bene.
Siamo pronti per confrontarci con questo nuovo, difficile scenario? Io si, e voi?
Massimo Mussapi

IL DESIGN É STRATEGICO
"...Architetto, tutto quello che lei fa funziona...".
Questo è il migliore complimento che io abbia mai ricevuto, e l'unico che mi interessi veramente, soprattutto perché detto da una persona che stimo moltissimo.
Oggi si parla di “Design Strategico”, come fosse una disciplina a sè, ma il design è strategico in sè. E’ l’equivalente in inglese del termine “progetto”, la cui etimologia latina è “pro jacere”, gettare in avanti, cioè prevedere, che è l’essenza di ogni strategia.
Strategia è un termine che evoca inevitabilmente “L’arte della guerra” di Sun Tzu, certamente uno dei libri più osannati
e fraintesi della storia. Cosa dice in sostanza? che l’unica cosa che conta è vincere, e che la vittoria più grande non fa clamore perché ottenuta senza “spargimento di sangue” e col minimo sforzo.
Il segreto, in fondo semplice, è conoscere i propri punti di forza
e di debolezza, quelli dell’avversario, il contesto e la tempistica in cui si agisce, in altre parole, una analisi approfondita di tutti
i fattori in campo, e naturalmente fare buon uso di questa conoscenza.
Chi è l’avversario nel mondo del design? A volte proprio il cliente! che bisogna far diventare alleato, e più in generale tutte le difficoltà del mercato, che vanno superate, o aggirate o, meglio, trasformate in punti di forza.
Ma il peggiore avversario è un grande ego, che rende ciechi
e stupidi.
Vincere nel design, molto semplicemente, vuol dire fare prodotti che si vendono, e oggi è impensabile che si faccia un prodotto e poi si stia a vedere se si vende.
Fin dalla fase embrionale il progetto del prodotto deve nascere conoscendo già chi lo comprerà…. e anche chi lo venderà! molti bei progetti naufragano in partenza perché sono fatti con l’azienda sbagliata.
Il progetto del prodotto deve essere concepito insieme col progetto di come verrà comunicato: se non comunica semplicemente non esiste.
Io non credo alla fortuna in questo ambito, se un prodotto non va è perché sicuramente sono stati fatti degli errori.
La strategia del design è vincente solo se viene portata avanti fino in fondo, senza tentennamenti, con lucidità e fiducia, agendo su più fronti ma all’interno di una visione unitaria. Il design è visionario, ma solo nel senso che riesce ad avere una visione ampia e dall’alto.
