Cos’è in genere essere “green”?
L’ecologia è una enorme business, e come ogni enorme business è pieno di bugie. Quanto costa distruggere una bottiglia di vetro per il vino per produrne un’altra identica? La metti in un cassonetto che alle 5 del mattino un omino mette fuori dal portone, altri omini passano a prenderla su un camion che inquina, per portarla in un impianto industriale per distruggerla e per farne un’altra identica, per poi portarla con un altro camion che inquina in uno stabilimento dove ci mettono di nuovo del vino, magari lo stesso, e con un altro camion ancora in un supermercato e da qui a tante case con tante automobiline che inquinano.
Se il vino te lo imbottigli tu tutto questo non avviene, la tua cara bottiglia è sempre lei per anni, e altro che Km zero, diciamo qualche metro da casa alla cantina, disponibile tutto l’anno, e costa la metà. E’ chiaro che è solo un esempio, ben pochi si imbottigliano il vino (io sì) ma è un chiaro esempio di ciò che è davvero “green” e cioè, prima di tutto, “non buttare”, “riusare”, magari “aggiustare”, e quindi consumare meno.

“Green” non è solo un prodotto o un materiale che non inquina (direttamente, ma magari il processo per produrlo sì). “Green” è mettere in giro meno cose inutili che creano solo altre incombenze e problemi. “Green” è la bellezza che c’è nelle cose veramente sostanziali, quelle che semplificano la vita. “Green” è prima di tutto un modo di pensare, è pensare in modo eco-nomico.
Cosa c’entra questo con il mondo dell’ospitalità alberghiera e non solo? Ci entra fino al midollo. Certo, la costruzione è meglio se è fatta con materiali, tecnologie, impianti che fanno risparmiare energia, che non inquinano. Ma se poi ad essere inquinato è il modello di ospitalità ? Una prima colazione con una mise en place di gran classe ma con un budget di 2euro a ospite non è sostanziale, è una miseria , una ipocrisia. Un “design hotel” dove il bagno non è separato dalla camera perché lo dice la moda non è sostanziale, nemmeno “minimale”, è semplicemente idiota e molto imbarazzante. E quegli alberghi che ti invitano a “non usare troppo gli asciugamani per non inquinare il pianeta”, facendoti o sentire in colpa, e poi sono un colabrodo energetico? Una lattina di Coca Cola a 5 Euro in un minibar che si deve raggiungere gattonando sul pavimento non è sostanziale, è un furto con destrezza (la destrezza è quella richiesta al cliente). Dormire in un letto pomposo ma su un materasso che costa , e vale, la metà di uno normale per uso residenziale, messo su un sommier che ospita miliardi di acari di tutto il mondo e che sta lì apposta per non pulire 2 metri quadri di pavimento, non è eleganza, è una barbonata.
La gente che viaggia oggi vuole vere soluzioni per le sue reali necessità di viaggiatore, comfort vero, pulizia vera, una prima colazione come si deve, sorrisi veri, non scenografie e sorrisi di facciata. “Green” è questo nuovo modo di pensare di una grande parte della popolazione mondiale che da almeno tre generazioni non ha più il problema di sfamarsi, da almeno due quello di possedere tante cose per mostrare di essere ricco, una popolazione per la quale il lusso vero non è più ciò che luccica, ma sono le cose sostanziali come godere delle bellezze del mondo, il gusto e la cultura che c’è nel buon cibo, l’armonia che c’è nelle architetture e negli oggetti intelligenti e semplici e, guarda caso, è quella che viaggia di più.