Io ho due passioni che si fondono nel mio lavoro: il design industriale e la progettazione per l’ospitalità, professionale e domestica, due mondi che amo perché sono l’espressione del profondo bisogno umano di realizzarsi attraverso l’ingegno e l’operosità e di esplorare e condividere le bellezze della vita.
Ma è anche il duro mondo dell’imprenditoria, dove non basta più fare buoni prodotti, ci vogliono idee che fanno la differenza, capaci di toccare le corde sensibili della gente, di capire quello che veramente serve, che non si trova quasi mai in ciò che già esiste. Trovare queste idee è il mio lavoro. Ma anche questo non basta, oggi anche il migliore dei prodotti è niente se non è canalizzato e comunicato bene.
Siamo pronti per confrontarci con questo nuovo, difficile scenario? Io si, e voi?
Massimo Mussapi



GRIGLIATA
ALLA TAIWANESE
Per questo progetto, uno dei miei primi lavori a Taiwan, cercavo “ispirazione” guardandomi in giro, e una delle cose che colpisce di più chi si reca da queste parti le prime volte, è come tutti gli edifici, vecchi e nuovi, vengano inesorabilmente avviluppati da una sorta di “grigliata mista” su finestre e balconi, ad opera degli inquilini.
Il motivo non può essere la protezione dai ladri (le griglie sono anche al ventesimo piano, e le porte di casa hanno serrature ridicole che si aprono con un cucchiaino), e in più è molto pericoloso in caso di incendio. Dunque, ci deve essere una motivazione irrazionale, molto potente, e io ho creduto di riconoscerla nella insofferenza, tutta cinese, per un rapporto troppo diretto, “sfacciato”, fra la sfera privata e quella pubblica, e da qui la propensione a porre un filtro fra le due sfere, una sorta di “ti vedo e non ti vedo”.
Così, per farli contenti e per evitare che mi grigliassero il mio edificio, l’ho grigliato io a priori.
A loro piace molto perché, dicono, è Hi-Tech. In realtà non è niente di speciale sotto il profilo tecnologico, ma rispetta la loro sensibilità, e questo basta.
