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Monumento funerario

Un architetto non deve fare monumenti questa è materia da artista. Quello in questione però

è un caso borderline, dove il mio essere progettista in qualche modo aveva senso.
 

Drammaticamente senso.
Una giovane bellissima donna muore improvvisamente di un male folgorante. Il marito, un affermato artista, affranto dal dolore, mi chiede di progettare la tomba di famiglia a terra, per quattro posti affiancati: uno per la moglie, due per i genitori di lei, e uno per lui quando verrà il suo tempo. Sono chiamato a stabilire una difficile priorità di relazioni nell’assegnare i posti. Ritengo che la più profonda, viscerale, sia quella madre-figlia, e collego fisicamente con un arco le loro lastre di copertura. Colloco i mariti ai lati delle rispettive mogli. Uso lo stesso marmo nero per tutte le lastre, quelle dei maschi sono bocciardate, ruvide, mentre quelle delle femmine sono lisce e levigate. Solo dopo mi accorgo che ne viene fuori una sorta di portale rovesciato. Una porta che conduce sotto terra.
Questo progetto mi suscita la stessa tenerezza di quando penso alla tomba dei coniugi Brion, progettata da Scarpa, dove l’amore coniugale imperituro è capace di piegare anche la dura pietra. Ma perdere una figlia è ancora

un’altra cosa…..

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